martedì 12 aprile 2011

Greco - Plutarco

Famoso per le "vite parallele" e per i "moralia", operette filosofiche con tematiche varie.
Il genere biografico nasce ne IV sec. a.c. ad opera di Isocrate che compose una biografia intitolata "Evagora" (re di Cipro) e di Senfonte che scrisse un opera dal nome di "Agesilao" (re di Sparta). La biografia, partendo dalla descrizione della vita e delle imprese del personaggio, ne sottolinea l'importanza nella storia. Un contributo determinante alla formazione del genere biografico fu dato dal Peripato ed in particolare Teofrasto. In oltre i peripatetici introdussero la tecnica del parallelismo, ovvero del confronto di più personaggi. Di questa tecnica tenne molto conto P. nelle "vite parallele", come Cornelio Nepote nel "de viris illustribus" e Varrone Reatino nell'opera "imagines". P. ebbe presenti tutti questi modelli che si proponevano di dimostrare di poter competere con i Greci. Ora che Roma è già affermata e siamo in età imperiale, P. deve dimostrare il contrario: l'antica gloria dell'Ellade, per lui, non si è mai estinta, rispolverando i personaggi che avevano fatto grande la cultura greca. P. fu uno degli autori più amati del medioevo, dell'umanesimo e del rinascimento in quanto contore della classicità greca, superiore a quella latina.
P. nasce intorno al 50. d.c. A Cheronea in Beozia, dove si svolse la battaglia con cui Filippo il Macedone sconfisse i Greci nel 338. Crebbe in famiglia benestante ed ebbe un'ottima educazione, viaggiò e frequentò le migliori scuole del tempo, si fece conoscere ed ebbe importanti cariche politiche, anche a Roma. Superati i 40 anni tornò a Cheronea dove ricevette onori in quanto uomo integerrimo. Morì tra il 119 ed il 127.
Dividiamo le suo opere in due sezioni: storico biografica (vite parallele) e filosofica antiquaria e scentifica (moralia).
Le Vite Parallele sono 50 biografie di illustri personaggi del mondo greco e del mondo latino, ce ne è solo una dedicata ad uno straniero, Artaserse, figlio di Dario. Tra le più note ricordiamo Teseo e Romolo, Pericle e Fabio Massimo, Alcibiade e Coriolano, Demostene e Cicerone, Alessandro Magno e Cesare, Agesilao e Pompeo, poi alcune biografie isolate (su singoli personaggi) come quelle di Arato, Artaserse, Galba e Otone. Altre biografie illustri sono andate perse.
P. iniziava con cenni alla stirpe e agli antenati del protagonista, poi proseguiva col racconto della giovinezza e delle fasi di formazione della personalità, mettendo in evidenza i segni premonitori del carattere del personaggio, poi narrava la maturità, le imprese del protagonista ed infine la sua vecchiaia e la sua morte. Questo modo di redigere biografie sarà utilizzato anche per la agiografia cristiana (biografie dei santi). Per P. era importantissimo il carattere dei personaggi che descriveva.
I Moralia comprendono 80 operette, in forma di dialogo o dissertazione, raccolti in piccoli gruppi nel medioevo. La definizione di moralia è teoricamente improprio vista la vastità degli argomenti, ma si usa ugualmente vista la preferenza dei temi morali e filosofici. La suddivisione riguarda: scritti retorici (de fortuna, sulla sorte), scritti filosofici (de stoicorum repugnatiis), scritti etici (de cohibenda ira, cfr. de ira di Seneca), scritti pedagogici (de audiendis poetis, che analizza l'effetto della poesia sull'anima dei giovani), scritti politici (ad principem ineruditum, mira a sottolineare l'importanza della cultura classica per chi detiene il potere), scritti scientifici, scritti teologici, scritti di antiquaria e letteratura (comparatio aristofanis et menandri). P. con queste operette manifesta un vivi entusiasmo per ogni manifestazione dello spirito e della cultura. Nonostante le opere non fossero molto approndite sono apprezzatissime in quanto portatrici dei valori dell'antica grecia, come la filantropia.

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