Appunti - A Lezione Con Marco
Appunti e materiale gratuiti a disposizione per gli studenti che preparano la maturità.
venerdì 22 marzo 2019
Greco - La Neosofistica
lunedì 18 marzo 2019
Latino - Classico: Incipit delle Confessiones Augustini
Dammi, Signore, di conoscere e comprendere se ti si debba prima invocare o lodare, e se ti si debba prima conoscere o invocare. Ma chi ti invoca senza conoscerti? Chi non conosce, infatti, potrebbe invocare uno al posto di un altro. O, al contrario, ti si dovrà invocare per conoscerti? Ma come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? O come credono, se nessuno lo avrà annunciato? Loderanno il signore coloro che lo cercano. Cercandolo infatti lo trovano e trovandolo lo loderanno. Che io ti cerchi, Signore, invocandoti, e che ti invochi credendo in te, poiché ci sei stato annunciato. Ti invoca, Signore, la fede che mi hai dato, che mi hai ispirato mediante l'incarnazione del figlio tuo, mediante il ministero del tuo annunciatore.
martedì 5 marzo 2019
A Lezione Con Marco: Mi Presento
Ciao, sono Marco, dopo la Laurea Magistrale, ho frequentato due Master, uno di indirizzo economico ed uno di indirizzo internazionale. Attualmente sto svolgendo un Dottorato di Ricerca.
Da diversi anni aiuto gli Studenti, con un metodo individualizzato, che tiene accuratamente conto delle loro esigenze.
La mia priorità è di soddisfare i bisogni dello Studente, cercando il più possibile di adattarmi al suo carattere e di stimolare il suo interesse rispetto alla materia che si studia.
Periodo di interrogazioni?
Sommerso dai compiti?
Sei stato rimandato in qualche materia?
Devi preparare la maturità?
È arrivato il momento di scrivere la tua tesi?
C'è un esame universitario che proprio non riesci a superare?
CONTATTAMI!
TROVIAMO UNA SOLUZIONE!
venerdì 16 marzo 2018
Latino - Apuleio - Trama di Amore e Psiche
lunedì 5 marzo 2018
Greco - Teocrito
Nella raccolta il 1 componimento e i componimenti dal 3 all'11 sono carmi bucolici così come le bucoliche di Virgilio. il 2 il 14 e il 15 sono mimi urbani. tutti gli altri sono epilli mitologici. Nella raccolta teocritea domina la polueideia. Prevale l'esametro,il dialetto dorico letterario con numerosi termini di origine omerica.
La poesia bucolica non nasce dal nulla,ma ci sono dei precedenti letterali come i poemi omerici (PERVIII canto dell'iliade). i poeti Che prenderanono spunto da teocrito sono Mosco e Bione. in Teocrito la natura è vista come una sorta di rifugio nella campagna per godere della asuchia (calma,tranquillità). questa pace di cui ci parla Teocrito sarebbe il corrispondente dell'atarassia e della apateia! Inoltre si parla di realismo:non è integrale perché i suoi pastori sono stilizzati nella lingua e nel modo di vestire,infatti parlano il dorico letterario e sono letterati non è un realismo integrale corrispondente a quello che troviamo in Petronio. Teocrito è di area magno-greca. Sarà un modello per Virgilio con la differenza che Teocrito tratta di ambienti allegri,virgilio ambienti cupi.
1 idillio "Tirsi":nome di un pastore a cui viene chiesto di rievocare la morte di Dafni(semidio siciliano inventore della poesia bucolica);questo pastore riceverà una capra con i suoi 2 piccoli e una coppa. il motivo della coppa da l'input al Poeta per fare un'echfrasis (divagazione procedimento della poesia ellenistica per fare sfoggio della propria erudizione) in cui racconta di ciò che è raffigurato come fa Omero con lo scudo di Achille,Virgilio,Catullo. il 3 idillio è una serenata d'amore in cui l'amato che viene respinto se ne sta davanti la porta chiusa e canta una poesia d'amore,serenata ai chiavistelli (parachlusituion) riprendendo Tibullo e quindi tipico della poesia elegiaca e ripreso nell'epigramma ellenistico. gli idilli 6 e 11 sono dedicati all'amore tra Polifemo e Galatea solo che in un idillio è Polifemo innamorato di Galatea nell'altro è il contrario ma in entrambi i casi l'amore non è corrisposto. l'idillio 7 è l'idillio in cui Teocrito esprime la sua poetica nelle"Talisie"(festa in onore di Demetra). la festa avveniva nel tempo della trebbiatura in cui si incontrano 2 pastori e decidono di fare una gara di canto. un motivo ricorrente della poesia bucolica è l'alterco o amebeo in cui si sfidano facendo un canto per uno. al vincitore viene dato un bastone simbolo del mondo bucolico. il bastone dietro il quale si cela Teocrito che si definisce creatore della poesia bucolica e simboleggia la nascita della poesia pastorale. inoltre in questo idillio c'è il concetto di asuchia che sarebbe la tranquillità di vita(atarassia e apateia)collegamento con stoicismo ed epicureismo. I Mimi Il 2 idillio e si chiama l'"Incantatrice" perche si basa su un rito magico. la protagonista Simetra vuole con un incantesimo ricondurre a se l'uomo amato che l'ha tradita. ad aiutare Simetra c'è la sua schiava. collegamento con Saffo lode ad Afrodite,Medea,la maga Circe. Il 14 idillio riguarda l'amore di Cinisca. parla di un giovane che se ne sta a casa trascura gli amici perche la donna amata si è invaghita di un altro. per decidere di dimenticarsi di lei decide di arruolarsi. si collegamento alla commedia nuova riprendendo il dramma borghese. nell'ultima parte del componimento c'è un richiamo a Callino, Archiloco, Tirteo con la figura dell'oplita. richiami a Menandro e la Samia. Mimo 15 si chiama le "siracusane" Protagoniste sono 2 donne di Siracusa appartenenti alla borghesia media che già aveva offerto spunto alla commedia di Menandro. si chiamano Gorgo' e Prassinoa. suddividiamo il mimo in 3 scene. 1scena a casa di Prassinoa: Gorgo' è andata a trovare Prassinoa e entrambe si preparano per andare alla festa in onore del Dio Adone. Mentre si preparano parlano e se la pigliano con i rispettivi mariti che le hanno costretto a vivere lontane. alla discussione è presente il figlio di Prassinoe, Zopiro. richiamo al 3 libro delle Argonautiche. lasciano il piccolo a casa e si avviano. la seconda scena vede le 2 donne che si strattonano per la strada di Alessandria(divenuta una metropoli) dove vivono lamentandosi che la città non è più sicura perche ci sono persone di tutte le culture. la terza scena si svolge nel palazzo reale le 2 ammirano gli arazzi i tappeti a voce alta e vengono rimproverate da un uomo. le donne lo attaccano. le due però devono correre a casa perche Prassinoe devono preparare la cena altrimenti diventa tutto aceto. i miti teocritei hanno un tono borghese e una struttura drammatica e imperniata sul dialogo.
Per lezioni più approfondite su Teocrito, o sulla letteratura greca, scrivici su questa pagina, o vieni a trovarci su alezioneconmarco.blogspot.com
domenica 29 aprile 2012
Geografia Astronomica - I Fenomeni Vulcanici
- Vulcano-strato: è un vulcano a forma di cono, costituito dall’alternanza di strati di lava ( magma fuoriuscito in superficie e privo di gas e vapori ) e di piroclasti.
- Vulcano a scudo: è un vulcano dalla forma appiattita dovuta dalla notevole fluidità delle lave ( isola Hawaii )
- ATTIVITA’ EFFUSIVA DOMINANTE
- Eruzioni di tipo Hawaiano: sono caratterizzate da abbondanti effusioni di lave molto fluide che danno origine ai vulcani a scudo. I gas, invece, si liberano tranquillamente e sono seguiti da “fontane di lava” alte più di 100m.
- Eruzioni di tipo islandese: sono caratterizzate sempre da lave molto fluide che escono però da lunghissime fessure.
- ATTIVITA’ EFFUSIVA PREVALENTE
- Eruzioni di tipo stromboliano: sono caratterizzate da un’attività esplosiva regolare dovuta all’accumulo di gas presente nel cratere, e una volta raggiunta una pressione alta la sorta di “tappo”, costituitosi in precedenza, si rompe e inizia l’attività.
- ATTIVITA’ MISTA ( EFFUSIVA – ESPLOSIVA )
- Eruzioni di tipo vulcaniano: sono caratterizzate da un meccanismo simile allo stromboliano solo che la lava in tal caso è molto più viscosa e il “tappo” è molto più spesso per questo l’eruzione è più forte.
- Eruzioni di tipo pliniano o vesuviano: sono caratterizzate dall’estrema violenza dell’esplosione iniziale e i gas escono a velocità elevatissime formando delle colonne che avanzano verso il cielo per chilometri e chilometri.
- Eruzioni di tipo peléeano: sono caratterizzate dall’emissione di lava ad altissima viscosità e a temperature relativamente bassa ( 600-800°C ). Dall’eruzione si sprigionano grandi nuvole di gas e vapori caldissimi che portano in sospensione molte ceneri.
- vulcanismo lungo le dorsali oceaniche: un vulcanismo perlopiù sottomarino, anche se è possibile vederlo in superficie lungo le coste Islandesi ed è costituito da grandi colate di lave basaltiche.
- vulcanismo lungo il margine di un continente o lungo catene di isole: è caratterizzato da vulcani altamente esplosivi di cui prodotti sono di natura da intermedia (o neutra) ad acida.
- vulcanismo in centri isolati (“punti caldi”)
giovedì 16 giugno 2011
Filosofia - Kierkegaard
Per K. la categoria dell'esistenza è la categoria della possibilità e la vera dialettica della vita è quella dell'aut-aut. Esistere significa trovarsi davanti a delle scelte di cui l'uomo non ha alcuna garanzia. Da quì il senso di insicurezza, la cui soluzione può essere ricercata solo in Dio e nella fede, che è una scommessa. Egli è stato definito "genio solitario" e "poeta cristiano". Heidegger scrive di lui che: "non è un pensatore, ma uno scrittore di cose religiose". Nonostante ciò è un filosofo, in quanto introduce il tema del singolo. Come sostiene Chiodi, in K. ci sono alcune riflessioni che influenzeranno la ragione positivista.
Prima caratteristica di K. è l'aver ricondotto tutta la filosofia alla comprensione della categoria dell'esistenza intesa come possibilità, mettendone in luce il carattere negativo. Ogni possibilità è infatti tanto possibilità-che-si, quanto possibilità-che-non. Per K. condizione dell'uomo è quella della nullità, per questo è considerato discepolo dell'angoscia. Infatti egli afferma di essere "cavia d'esperimento per l'esistenza". Ci parla del "punto zero" come carattere di indecisione permanente dell'uomo, chiamato a fare delle scelte non garantite. Per K. vi è l'impossibilità di riconoscersi come unica possibilità.
Seconda caratteristica è di chiarire le possibilità fondamentali che si offrono all'uomo di chiarire i possibili stadi esistenziali.
Terza caratteristica rigurda il ruolo assunto dalla fede, considerata un paradosso, l'ancora di salvezza per superare lo stato di angoscia e nullificazione che caratterizza l'uomo.
Per K. la caratteristica della soggettività, anche in quanto il singolo è superiore al genere, valore testimoniato dal cristianesimo.
Egli individua tre stadi esistenziali: estetico, etico e religioso. Il primo ha come simbolo "il seduttore" (carpe diem), che non fa scelte; il secondo "il buon marito, padre di famiglia", il terzo "Abramo". I tre stadi non vanno visti da un punto di vista cronologico in quanto tra loro vi è una rottura che li pone in posizioni diametralmente opposti. Se ne parla nel primo libro dell "aut-aut", dove vengono individuati i due possibili stadi esistenziali, estetica ed etica.
Vita estetica: è la forma di vita che consiste nell'attimo fuggevolissimo e irripetibile; l'esteta è colui che vive al contemo di immaginazione e riflessione; è dotato un senso finissimo, è colui che vuole godere attimo per attimo. L'esteta è colui che non programma la vita perché non vuole fare alcun tipo di scelta. Il limite di questo stile di vita è che l'esteta è un eterno annoiato.
Vita etica: il padre di famiglia è colui che vuole affermare il dominio di sé, se dovere, della felicità, della libertà per cui l'uomo si pone degli obiettivi e si afferma realizzando dei progetti: è colui che diviene quello che vuole divenire, è colui che determina la propria vita. La scelta di sé stesso è una scelta assoluta perché è la scelta della libertà. Il limite di questa scelta è la quotidianetà.
Vita religiosa: Abramo è cavaliere della fede, colui che riceve da dio l'ordine di uccidere Isacco e di infrangere la legge etica per cui ha vissuto. Egli è l'eroe della fede, si trova solo con sé stesso in una situazione di dramma e di scelta tra l'essere buon padre di famiglia o buon uomo religioso. La scelta tra i due principi non può essere facilitata da nessuna regola. L'uomo che ha fede come Abramo seguirà l'ordine divino, a costo di rompere totalmente con una norma etica. A differenza di Agamennone che sacrificherà Ifigenia, ma con l'approvazione del popolo, egli compiendo l'atto dal popolo sarà giudicato e condannato, rimanendo comunque solo. La fede che salva Isacco e Abramo è una certezza angosciosa, un rapporto privato di Abramo con l'assoluto.
La fede, per K. è un paradosso, una scommessa angosciosa, per la quale non siamo garantiti. L'uomo deve scegliere, credere o non credere in Dio. La vita religiosa è nelle maglie di questa contraddizione inesplicabile. Ma, oltre che scommessa e paradosso, la fede è anche dubbio, e va considerata diversamente dalla fede istituzionalizzata di tutte le chiese.
L'angoscia.
L'esistenza come possibilità e il punto centrale di tutte le sue opere. Nel concetto dell'angoscia, questa situazione, è chiarita nei confronti del rapporto dell"uomo con il mondo; nella "malattia mortale" l'angoscia è da considerarsi nei confronti del rapporto dell'uno con sé stesso. L'angoscia è la condizione generata nell'uomo dalle possibilità che caratterizzano l'angoscia stessa. Essa è il fondamento dello stesso peccato originale ed è strettamente connessa col peccato. K. dice che "l'angoscia abita porta a porta con noi, ed è collegata al principio dell'infintà del possibile", per cui "nel possibile tutto è possibile". Ogni possibilità favorevole per l'uomo è annientata dal numero infinito di possibilitàb sfavorevoli.
Disperazione e Fede.
La disperazione è la condizione in cui l'uomo è posto dal possibile, che si riferisce alla sua stessa interiorità, al suo "io". Se l'angoscia riguarda il rapporto dell'uomo con il mondo la disperazione riguarda il rapporto dell'uomo con se stesso e con la sua personalità. Angoscia e disperazione sono legate ed opposte tra loro. La disperazione è definita come malattia mortale, perché significa vivere la morte dell'io. La fede è la eliminazione della disperazione, è la condizione in cui l'uomo non si illude sulla sua autosuffucenza, ma riconosce la sua dipendenza da Dio.
mercoledì 15 giugno 2011
Greco - Teocrito - In breve
Tra i più importanti dei suoi 16 idilli ricordiamo il I che si intitola Tirsi e parla di un pastore con il compito di celebrare la morte di Dafne, semidio inventore della poesia bucolica, narrandone il contesto. ll III è una serenata d'amore davanti a un chiavistello, "paraclausitiuron", il VI e l'XI sono dedicati all'amore tra Polifemo e Galatea, nel primo lui la ama e lei lo respinge, nel secondo l'inverso. Nel VII idillio, Teocrito esprime la sua poetica parlando delle Talisie, feste in onore di Demetra, nel periodo della trebbiatura. In quest'opera vi è l'incontro di due pastori che si sfidano a un duello di canto (alterco). Al vincitore viene dato un bastone, simbolo del mondo bucolico. Questo dono simboleggia la nascita di un nuovo genere, l'euretes di cui T. Si ritiene l'inventore. Importante è il concetto di ausiuchia, ovvero la tranquillità interiore (atarassia dell'epicureismo/ pateia dello stoicismo). Il II idillio è in mimo, dal titolo "le incantatrici", si basa su un rito magico: la protagonista è Simeta che, con un incantesimo, vuole ricondurre a sé l'uomo amato (medea, saffo e circe). Il IV mimo si richiama all'amore di Cinisca, giovane fisicamente malato ed innamorato di una donna che ama un altro uomo. Il XV mimo è il più importante e si chiama "le Siracusane", protagoniste sono due donne di Siracusa che vivono ad Alessandria, Gorgo e Prassinoe. Il mimo è suddiviso in tre scene: la prima si svolge in casa di Prassinoe che riceve la visita di Gorgo. Le due, preparandosi per andare alla festa di Adone, criticano i propri mariti, perché le hanno costrette a vivere lontano. Alla discussione è presente anche il figlio di Prassinoe, Zopino (inizio del III libro delle Argonautiche). La seconda scena vede le due donne immerse nella folla della metropoli di Alessandria. La terza scena si svolge nel palazzo reale dove le due donne discutono sulla tappezzeria e vengono rimproverate. I mimi Teocritei hanno un tono borghese, drammatico e dialogico, quasi da commedia.
mercoledì 25 maggio 2011
Greco - Luciano di Samotasa
martedì 24 maggio 2011
Greco - Polibio
Latino - Le Opere di Agostino
giovedì 19 maggio 2011
Latino - Tacito
Di Publio Cornelio Tacito non si conoscono né data, né luogo di nascita, anche se Plinio il Giovane lo definisce suo coetaneo e ci fa fissare la data della sua nascita tra il 55 ed il 58. Il luogo potrebbe essere Terni, perché ci sarà un imperatore nel -III sec. che si chiamava Tacito e si vantava di avere tra i suoi studenti uno storico, anche se questo nome era comune sia nella Gallia Cisalpina che in quella Narbonese. Fece politica sotto i Flavi e si pensa che fosse di condizione sociale elevata. Morì probabilmente intorno al 120. Rilevante tra le sue opere fu l'Agricola, opera in cui celebrava il suocero che non smise mai di fare politica, anche sotto gli imperatori più severi. T. ritiene che nei tempi duri in cui si viveva, piuttosto che opporsi all'imperatore senza ottenere nulla, è meglio servire lealmente lo stato. Egli, nei capitoli finali, quando descrive la morte di Agricola insinua, attraverso dei rumores, nel lettore il sospetto che questi sia morto giovane perché ucciso dall'imperatore Domiziano, invidioso dei suoi successi. Le notizie sulla vita del protagonista sono in ordine cronologico, parlandoci della famiglia, della patria, dell'educazione, ecc. facendo emergere gradualmente le sfumature del suo carattere. All'interno dell'opera vi è un excursus sui popoli della Bretagna, che anticipa la sua seconda opera, la "Germania". In questo excursus va ricordata la presenza di due discorsi contrapposti (cfr. Tucidide), uno di Agricola e l'altro di Calgaco, capoi dei Caledoni, tribù britannica contro cui stavano per scontrarsi i romani. Il più importante è quello di Calgaco che riprende in pieno quello dei Meli contro l'imperialismo ateniese nel V libro delle Historiae di Tucidide ed al quale si trova una risposta di Giustiniano nel VI canto del Paradiso di Dante. L'opera si conclude con una specie di epitaffio in onore dell'Agricola morto. L'opera è di grossa rilevanza storiografica, quasi una monografia, per via degli excursus, dei discorsi diretti, dei pochi riferimenti biografici, ecc.
Lo stile e duttile e vario, e si richiama a tutti gli autori precedenti.
Altra opera importante è "l'origne della regione dei Germani", di carattere etnografico. L'opera descrive i luoghi e gli abitanti enunciando dettagliantemente le rispettive caratteristiche. T. ci descrive i Germani, anche fisicamente, i loro mores (costumi),un po' come nel "dfe bello gallico" di Cesare, ci parla della loro organizzazione politica e militare, la loro religione, il funzionamento della loro giustizia, dei loro edifici, dell'abbigliamento, dei cibi, ecc. Le fonti di T. furono Cesare e Plinio il Vecchio e soldati che rientravano da quelle zone. L'interesse nei confronti dei Germani è dovuto alla volontà di confrontare tale popolazione con quella Romana. T. vuole criticare, esaltando la levatura morale dei Germani, la corruzione dilagante che regnava a Roma in quel periodo. Egli critica il fatto che le donne germaniche sono ancora assai pudiche, non escono, educano i propri figli, contrariamente alle donne romane (cfr. VI canto Inferno di Dante). Altra cosa che esalta è il sistema politico basato sulla libertas anche se, di tanto in tanto, serpeggia il disprezzo, il disgusto dell'autore per un mondo che era ancora così barbaro. Il grande acume di Tacito, è il fatto che egli sostiene che una popolazione con una tale levatura morale dovrebbe sottomettere Roma, ma non ci poterebbe riuscire per via delle discordie interne. Egli conclude con la speranza che le discordie durino a lungo.
Dialogus de oratoribus: è dedicato al tema della decadenza dell'oratoria. Probabilmente questo dialogo è ambientato nel 75 d.c. perché T. Sostiene che Vespasiano regna da sei anni. Il tema richiama Quintiliano, all'anonimo sul sublime, a Seneca Padre e a Petronio. L'ambientazione del dialogo richiama da vicino il "de oratore" di Cicerone. In una cornice sono riportati i discorsi di uomini politici o intellettuali sul tema in questione. I protagonisti sono uomini realmente vissuti: Marco Apro e Giulio II, i due avvocati più famosi del tempo, e Curiazio Materno (padrone di casa), senatore ed oratore che aveva abbandonato l'eloquenza per la poesia tragica, arriverà poi Vipstano Mestalla. Apro difende l'oratoria contemporanea e sostiene che nella sua età non c'è decadenza, bensì evoluzione, trasformazione, in armonia con il mutare dei tempi, ed allora ci voleva uno stile brillante, ricco di sententiae e di figure retoriche. Infatti, secondo Apro, anche Cicerone ai suoi tempi era stato considerato un'innovatore. Abbiamo, quindi, una difesa di quello stile moderno anticlassicistico ed anticiceroniano, rappresentato da Seneca e da Tacito stesso. Messalla ci parla di quelle che sono, secondo lui, le cause di questa decadenza dell'oratoria: trascuretezza dei genitori quando educano i figli, livello scadente della scuola, la futilità dei temi delle declamazioni. Materno (che sarebbe Tacito stesso) sostiene che il declino dell'oratoria ha delle cause politiche e lancia una suggestiva immagine: oratoria paragonata ad una fiamma che per bruciare e brillare deve essere alimentata! Nella repubblica questa fiamma veniva stimolata e alimentata dalla competizione politica, dai dibattiti in senato, dai discorsi davanti al popolo. Con la perdita della libertà politica si era persa anche la vera eloquenza. L'opera si conclude con Materno che sostiene che la grande eloquenza nasce dalla "Licenza" cui gli sciocchi danno il nome di "Libertà", essa non si sviluppa negli stati pacifici e ben ordinati, dove le decisioni sono prese da uno solo.
Le sue due opere maggiori sono storiografiche e sono: le "Historiae" e gli "Annales". Le Historiae sono dedicate alla dinastia dei Flavi, e raccontano gli anni dal 69 al 96. Negli Annales, T., voleva raccontare gli anni di Nerva e Traiano, che furono un po' più sereni. Durante la trattazione della prima opera, le historiae, il suo pessimismo aumentò tanto da portarlo a raccontare il periodo antecedente il 69, l'età Giuliocludia, dal 14 al 69 stesso. Tacito vuole vedere se la perdita di libertà politica aveva i suoi germi nel periodo Augusteo. Le historiae comprendono 14 libri e hli annales ne comprendono 16. Delle prime abbiamo i primi 4 libri e parte del quinto, dei secondi abbiamo i libri dall'1 al 6 e dall'11 al 16. La narrazione ha uno schema annalistico, anno per anno e scorre da Roma alle provincie e dalle provincie a Roma.
Le Historiae: nella prefazione T. dice che racconterà una impressionante sequela di atrocità, delitti, tradimenti, scandali e sconfitte. Descrive innanzitutto le vicende del 69, l'anarchia ed i tre imperatori che si uccisero a vicenda: Galba, Otone e Vitellio. Alla morte di Vitellio, Vespasiano prende il potere e da inizio alla dinastia dei Flavi. Questa dinastia consolida l'impero, ricordiamo l'assedio di Gerusalemme nel 70 da parte di Tito, con tanto di escursus sui giudei. T. descrive eventi topograficamente differenti e con un tipo di narrazione definita asimmetrica perché si sofferma sugli eventi che lui reputa più importanti.
Gli Annales si aprono con una breve prefazione in cui T. condanna nuovamente gli storici del principato. I libri dal primo al sesto sono dedicati sono dedicati al principato di Tiberio. Lo storico traccia nell'imperatore un processo di trasformazione dell'imperatore in tiranno. Gradualmente affiora la sua vera natura, crudele e viziosa. Sin dall'inizio spicca la capacità di simulazione di Tiberio. In questo ritratto, T. affianca al tiranno il suo figlio adottivo, Germanico, grande militare e per questo invidiato dal patrigno. Sulla morte improvvisa di Germanico, fa gravare sospetti di avvelenamento tramite rumores, voci, dicerie di palazzo, sospettando implicitamente Tiberio. Altra figura di rilievo in questa sezione degli annales è Seiano, individuo malgio e corrotto a cui Tiberio aveva dato grande potere. Alla sua morte affiora la crudeltà dell'imperatore. Questa parte si conclude con un epitaffio dove si ripercorrono gli stati della degenerazione di Tiberio.
I libri 11 e 12 si occupano di Claudio, sempre presentato come debole e incapace, dominato dai liberti e dalle mogli (Messalina e poi Agrippina). Le vicende private dell'imperatore dominano su quelle pubbliche.
I libri dal 13 al 16 sono dedicati a Nerone, la natura malvagia del personaggio si svela lentamente: a questa degenerazione si accompagnano i delitti dell'imperatore, come l'uccisione del fratellastro britannico, della madre Agrippina, la moglie Ottavia, la passione per Poppea. T. individua una data, il 59 come l'anno in cui Nerone toglie il freno alla sua degenerazione morale: comincia a dedicarsi a gare ippiche, musiche, canti, diventa megalomane. Altra data rilevante è il 62, in cui Afranio Burro more, Seneca si ritira e compare Tigellino, prefetto del pretorio. Da questo momento in poi verranno uccisi tutti i nemici dell'imperatore. Nel 64 viene incendiata Roma e la colpa viene data ai cristiani: inizia la prima persecuzione, nel 65 ricordiamo la congiura dei Pisoni, sventata con la morte di Seneca, Lucano e Petronio.
Centrali in tutte queste narrazioni sono i personaggi, imperatore e comparse.
Le fonti che sranno prese in considerazione da Tacito saranno non solo letterarie ma anche documentarie (come le sedute del senato, discorsi e lettere degli imperatori) e testimonianze orali. Nelle sue due opere, T., afferma di voler narrare i fatti con imparzialità (sine ira et studio, senza animosità né simpatia); in realtà ciò non avvenne. Quando di un fatto ci sono più interpretazione, Tacito le riporta tutte, senza prendere posizione e cita spessissimo dicerie e rumores. Ne scaturisce un racconto ambiguo e spesso tendenzioso, che si sofferma spesso di alcune cose piuttosto che su altre. Inoltre, al pari dei suo grandi antecendenti, Sallustio e Livio, formula severi giudizi di condanna sui lati negativi dei personaggi che ci racconta, è ostile nei confronti degli imperatori, anche per via delle sue fonti che erano filosenatorie. Dal ritratto degli imperatori esprime la sua concezione pessimistica della natura umana: dietro ogni azione T. vede le motivazioni più scure, gli aspetti più negativi. Tacito sostiene inoltre che nella storiografia c'è un impoverimento dei contenuti a causa del principato, quindi non ci sono più i grandi eventi militari e civili, ma quelli politici e morali: lo scadimento della classe senatoria, gli intrighi di corte, le lotte per il potere. La tendenza ad accentuare il moralismo di Sallustio resta presente ed è accentuata. Tacito, tuttavia, sostiene che il principato è necessario ed è causa ed effetto della decadenza dello stato, è quasi impossibile trovare un "princeps capax imperii" (capace di governare). La visione di Tacito è un climax ascendente di pessimismo: il principato sarà definito remedium, cua ad una malattia.
Il personaggio è al centro della narrazione, proprio come in Sallustio. I fatti dipendono dalla moralità del personaggio. T. é molto vicino alla biografia anche se, mentre Svetonio, che riporta le biografie degli imperatori, si sofferma più sui fatti privati, riportando anche le frivolezze, Tacito preferisce l'aspetto pubblico di ogni personaggio. In T. c'è una profonda ed acuta analisi psicologica per svelare le motivazioni interiori che hanno portato ad agire. Con Tacito giunge al suo apice la tecnica del "ritratto", che predilige le qualità e i difetti morali alla caratterizzazione fisica.
La storiografia di T. è di tipo drammatico, è come trovarsi davanti ad una tragedia in prosa, in quanto inserisce discorsi diretti, a volte inventati, altre rielaborati, ed indiretti, proprio per esporre considerazioni, commentie e giudizi. Lo storico da ampio spazio agli elementi patetici: descrizioni di morti tragiche, supplizi, catastrofi, morti laceranti; tutti questi elementi concorrono a conferire quel quadro cupo e fosco in cui si muovono i personaggi e Tacito stesso, profondamente pessimista.
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giovedì 12 maggio 2011
Italiano - Italo Svevo
Italo Svevo è uno scrittore europeo, in quanto su di lui influiscono tutte le culture europee, e soprattutto la significativa lettura analitica di Freud e Joyce che lo aiutarono in seguito al fallimento dei suoi primi due romanzi. È così che l'autore si avvicina al decadentismo. Svevo esalta un nuovo tipo di uomo, che non è più un superuomo, ma un inetto, un teorico, un vinto. Con Svevo nasce il romanzo psicologico in Italia.
UNA VITA
Ispirato al romanzo naturalistico di Zolà per quanto riguarda il realismo, ma con una netta prevalenza di analisi psicologica del protagonista che è disposto ad abbandonare il suo villaggio ed a lavorare in una banca da disadattato. Esempio di tale personaggio è Alfonso, rinunciatario della vita e vinto dalla vita stessa, non nel senso verghiano del termine, ovvero perdente in una lotta, ma come incapace di adattarsi alla vita: l'unica soluzione ai problemi di Alfonso sarà il suicidio.
SENILITÁ
È il secondo romanzo di Svevo e vede come protagonista Emilio Brendoni che, pur ereditando da Alfonso l'incapacità di vivere, riesce ad illudersi fino ad attribuire alla sua amante Angiolina qualità spirituali che non le appartengono, in quanto prostituta. Emilio può contare sul suo amico Bolli che gli da indicazioni circa la concretezza della vita e che giudica Angiolina per quella che è. Il romanzo non è più concepito come monologo interiore del protagonista (cfr. Alfonso in "una vita"), bensì come come un processo dialettico tra i personaggi, esempio possono essere: Emilio ed Amalia, estremamente introversi, con Angiolina e Bolli, solari ed estroversi. La "Senilità" non è cronologica, ma è uno stato d'animo patologico di chi concepisce come contemplazione, ricordo ed analisi, piuttosto che come azione, prassi. Emilio Brandoni non è solo il protagonista del romanzo, ma è il personaggio emblematico della concezione sveviana del mondo. La vicenda di Emilio è quella di un uomo frustrato: chiede ad Angelina di diventare sua amante solo dopo aver superato la sua timidezza grazie all'amico Bolli. Le vicende mettono in contrapposizione il carattere di sognatore del protagonista con quello scaltro di Angiolina, che nasconde il suo ambiguo gioco amoroso. Non basterà il realismo di Bolli ad aprire gli occhi ad Emilio che idealizza la sua amata, ma sarà necessaria la morte di Amalia per riportarlo alla realtà.
Rilevante, per quanto riguarda la struttura del romanzo, è l'uso del discorso indiretto libero, con un contrasto tra realtà oggettiva e soggettiva, mentre il linguaggio e lo stile sono antiletterari.
LA COSCIENZA DI ZENO
Rappresenta l'avvento del moderno nella letteratura italiana. Il filo conduttore del romanzo è la coscienza del protagonista, interpretata in vari modi: coscienza morale, consapevolezza e rapporto tra conscio ed inconscio. In quest'opera vi è una corrispondenza tra narratore e protagonista, non è, quindi, lo scrittore a narrare la vicenda di un personaggio, ma è lo stesso personaggio (Zeno) che si analizza, sottoponendo la sua autobiografia all'analisi della sua coscienza. Questo racconto mette in risalto una nuova scoperta, l'assurdo della vita: la malattia umana può essere eliminata solo con l'annullamento della vita. Zeno è un personaggio maturo che qualifica la vita come originale ed imprevedibile. Ha la consapevolezza di ciò che sia la vita e di cosa questa possa dare. Nasce quì l'ironia come mezzo di salvezza, in quanto utile ad autoconoscersi. Questo umorismo è l'espressione della saggezza di fronte alle ragioni dell'esistenza. Tutto il romanzo è una continua condanna alla società ed a tutta l'umanità che è colpevole di aver alienato l'uomo con l'industrializzazione e con numerose mistificazioni: per questo Svevo è definito demistificatore degli inganni della società borghese.
giovedì 28 aprile 2011
Storia dell'Arte - Argomenti ed Accenni
Romanticismo:
Friedrich, Goya, Fussli,
Opere:"la zattera della Medusa" di Gericault e "La libertà che guida il popolo" di Delacroix
Realismo
Courbet "Gli spaccapietra" vuole far vedere la realtà nel suo aspetto più crudo.
(Movimento dei macchiaioli)
Manet: precursore dell'impressionismo non vuole appartenere a nessun gruppo perché vuole essere libero. Ama le larghe campiture, pennellate piatte ,stile bidimensionale personale.
Impressionismo: mostrano ciò che vedono a primo impatto e quindi c'è mancanza di contorni, ma un continuum di colori di ciò che viene visto a primo impatto. Mettono in risalto i colori primari :rosso giallo blu; secondari: arancio verde e viola;complementari:quando si accostano un primario con il secondario opposto tipo giallo-viola,blu-arancio e rosso-verde.
Monet colui ke incarna meglio l'impressionismo puro gli altri artisti come Renoir e Degas si discostano.
Renoir e' un amante dei piaceri della vita:feste banchetti e così via.
Degas si concentra sugli aspetti psicologici il suo e' un impressionismo introspettivo."Assenzio" sua opera più importante
Differenze tra Macchiaioli Coubert e Impressionismo
I Macchiaoli gruppo fiorentino realista e patriota influenzato dai parigini. Partono dalle premesse impressionistiche senza raggiungerlo xke sn molto legati al romanticismo. Giovanni Fattori e' il Macchiaiolo più avanzato.
martedì 12 aprile 2011
Greco - Plutarco
Il genere biografico nasce ne IV sec. a.c. ad opera di Isocrate che compose una biografia intitolata "Evagora" (re di Cipro) e di Senfonte che scrisse un opera dal nome di "Agesilao" (re di Sparta). La biografia, partendo dalla descrizione della vita e delle imprese del personaggio, ne sottolinea l'importanza nella storia. Un contributo determinante alla formazione del genere biografico fu dato dal Peripato ed in particolare Teofrasto. In oltre i peripatetici introdussero la tecnica del parallelismo, ovvero del confronto di più personaggi. Di questa tecnica tenne molto conto P. nelle "vite parallele", come Cornelio Nepote nel "de viris illustribus" e Varrone Reatino nell'opera "imagines". P. ebbe presenti tutti questi modelli che si proponevano di dimostrare di poter competere con i Greci. Ora che Roma è già affermata e siamo in età imperiale, P. deve dimostrare il contrario: l'antica gloria dell'Ellade, per lui, non si è mai estinta, rispolverando i personaggi che avevano fatto grande la cultura greca. P. fu uno degli autori più amati del medioevo, dell'umanesimo e del rinascimento in quanto contore della classicità greca, superiore a quella latina.
P. nasce intorno al 50. d.c. A Cheronea in Beozia, dove si svolse la battaglia con cui Filippo il Macedone sconfisse i Greci nel 338. Crebbe in famiglia benestante ed ebbe un'ottima educazione, viaggiò e frequentò le migliori scuole del tempo, si fece conoscere ed ebbe importanti cariche politiche, anche a Roma. Superati i 40 anni tornò a Cheronea dove ricevette onori in quanto uomo integerrimo. Morì tra il 119 ed il 127.
Dividiamo le suo opere in due sezioni: storico biografica (vite parallele) e filosofica antiquaria e scentifica (moralia).
Le Vite Parallele sono 50 biografie di illustri personaggi del mondo greco e del mondo latino, ce ne è solo una dedicata ad uno straniero, Artaserse, figlio di Dario. Tra le più note ricordiamo Teseo e Romolo, Pericle e Fabio Massimo, Alcibiade e Coriolano, Demostene e Cicerone, Alessandro Magno e Cesare, Agesilao e Pompeo, poi alcune biografie isolate (su singoli personaggi) come quelle di Arato, Artaserse, Galba e Otone. Altre biografie illustri sono andate perse.
P. iniziava con cenni alla stirpe e agli antenati del protagonista, poi proseguiva col racconto della giovinezza e delle fasi di formazione della personalità, mettendo in evidenza i segni premonitori del carattere del personaggio, poi narrava la maturità, le imprese del protagonista ed infine la sua vecchiaia e la sua morte. Questo modo di redigere biografie sarà utilizzato anche per la agiografia cristiana (biografie dei santi). Per P. era importantissimo il carattere dei personaggi che descriveva.
I Moralia comprendono 80 operette, in forma di dialogo o dissertazione, raccolti in piccoli gruppi nel medioevo. La definizione di moralia è teoricamente improprio vista la vastità degli argomenti, ma si usa ugualmente vista la preferenza dei temi morali e filosofici. La suddivisione riguarda: scritti retorici (de fortuna, sulla sorte), scritti filosofici (de stoicorum repugnatiis), scritti etici (de cohibenda ira, cfr. de ira di Seneca), scritti pedagogici (de audiendis poetis, che analizza l'effetto della poesia sull'anima dei giovani), scritti politici (ad principem ineruditum, mira a sottolineare l'importanza della cultura classica per chi detiene il potere), scritti scientifici, scritti teologici, scritti di antiquaria e letteratura (comparatio aristofanis et menandri). P. con queste operette manifesta un vivi entusiasmo per ogni manifestazione dello spirito e della cultura. Nonostante le opere non fossero molto approndite sono apprezzatissime in quanto portatrici dei valori dell'antica grecia, come la filantropia.
giovedì 31 marzo 2011
Latino - Quintiliano
Lo stile è abbastanza equilibrato, critica sia l'atticismo, per l'eccessiva semplicità, ma anche le tendenza arcaizzanti di alcuni autori latini (Apuleio), ma il suo bersaglio preferito sono i moderni ed il loro stile, fiorito, concettoso, riccon di sententiae, rappresentato magistralmente da Seneca. Q. definisce lo stile di Seneca "vitiosus et corruptus dicendi genus" (modo di parlare vizioso e corrotto), in quanto fa un uso eccessivo dell'ornatus (delle figure retoriche), infatti Q. sostiene che lo scopo dei nuovi oratori è semplicemente di delectare. Q. devia dal persuadere, che è il fine principale dell'oratoria, e critica lo stile imperiale in cui i "verba" contano più dei "res", dei contenuti (rem tene verba sequentur è la tesi opposta sostenuta da Catone il Censore). È pertanto lo stile di Q. un tentativo di ripresa di Cicerone, che rimane tuttavia influenzato dallo stile di Seneca. Sintasi meno ampia e distesa di quella di C. e con maggiore concentrazione di pensiero, rapidità.
lunedì 28 marzo 2011
Geografia Astronomica - Le Rocce
Aggregati naturali di minerali. Miscele eterogeee solide che nn presentano una composizione definita e regolare.
Eterogenee:costituite da più minerali
Omogenee:contengono un solo tipo di mineraleammasso che forma un’unità geologica indipendente
Non può essere descritta attraverso una formula e non ha un comportamneto fisicho-chimico costante eomogeneo.
Coerenti:rocce compatte
Incoerenti:frammenti separabili
Il riconoscimente di una roccia avviene tramite:struttura:l’insieme delle caratteristiche con cui si presentano i materiali che la compongono:aspetto, forma, dimensioni reali, relative, presenza di cristalli o minerali amorfi, forma dei cristalli. Composizione:viene espressa valutando la percentuale dei minerali presenti. (microscopio da petrografia-esame in luce polarizzata che attraversa il minerale e subisce un effetto di rifrazione )
Processi litogenetici:processi che generano le rocce
1)processo magmaticorocce magmatiche. Il magma è una miscela di sostanze allo stato fuso. Silicati, vapor d’acqua e gas si producono tra i 5 e i 200 km di profondità. Tali rocce si possono formare in seguito al raffreddamento e alla solidificazione del magma. (processo endogeno)la lava è un magma privo di gas.
Struttura:dipende da: 1)raffreddamento:se lento favorisce l’accrescimento di cristalli xchè il magma ha il tempo di ogranizzarsi in strutture cristalline; se rapido porta alla formazione di strutture vetrose xchè le particelle si fermano bruscamente e non riescono a disporsi in modo ordinato. 2)quantità di gas disciolti nel magma:una maggiore quantità di gas permette la formazione di cristalli + grossi xchè facilitano il movimento degli ioni e delle molecole e la loro aggregazione nei reticoli cristallini. I gas mantengono il magma. + fluido e + mobile durante il raffreddamento.
intrusive
Intrusive:i magmi solidificano in profondità in tempi lunghissimi. Prima si formano i minerali che hanno temperatura di solidificazione + elevata e gli altri restano nella massa fluida.
Struttura olocristallina: tutti i minerali sono visibili ad occhio nudo in forma di cristalli, solo i primi a solidificarsi raggiungono l’abito cristallino(granito).
Effusive:derivano dal raffreddamento del magma sulla superfice terrestre in tempi brevi.
Struttura vetrosa:non ci sono cristalli, ma una struttura a composizione silicatica in cui non si possono distinguere minerali diversi. (ossidiana, pomice).
Struttura porfirica:quando il magma prima di uscire staziona nel vulcano. Si formano cristalli di diverse dimensioni(fenocristalli immersi in una massa(pasta di fondo)
Ipoabissali:derivano dal magma solidificato a una profondità moderata della crosta sotto forma di corpi intrusivi che si raffreddano + rapidamente e si trovano in condizioni di gtemperatura e pressione diverse da quelle intrusive e da quelle effusive.
Struttura porfirica:si vedono alcuni cristalli.
Struttura aplitica:granulare con i cristalli piccoli delle stesse dimensioni.
Struttura pegmatica:cristalli di grandi dimensioni e talvolta minerali prezosi e rari.
Composizione:dipende dalla composizione del magma che le costituisce e non dal raffreddamento, è quindi indipendente dalla sua struttura. Si possono distinguere minerali essenziali:silicati:quarzo, feldspato, feldspatoidi, miche, pirosseni, anfiboli, olivine. La silice è il componente principale ed è presente allo stato puro nel quarzo.
Tenore di silice:1)rocce sialiche:silice >66% (feldspato di potassio), 2)rocce intermedie: 66%
Magmi alcalini hanno un elevata percentuale di minerali metallici alcalini (sodio e potassio) al contrario dei magmi subalcalinimagmi alcalici-calcici (Ca, Mg)
Famiglia dei graniti: rocce sialiche che derivano da magmi alcali-calcici(quarzo, feldspato di potassio)
Famiglia delle sieniti:rocce con tenore di silice intermedio derivano d amagmi alcalini (ortoclasio, pirosseni, anfiboli)
Famiglia delle dioriti:rocce a composizione intermedia che derivano da mgmi alcali-calcici sono presenti in equal misura minerali sialici e femici.
Famiglia dei gabbri:rocce femiche che derivano da magmi alcali-calcici. Contengono solo minerali femici
Famiglia delle periodotiti:comprendono rocce ultrafemiche che derivano da magmi alcali-calcici (pirosseni, olivine)
Il dualismo dei magmi
Magma primario:si forma nel amntello superiore x fusione parziale di rocce ultrafemiche.femico
Magma secondario:si forma x fusione parziale delle rocce della crosta.+sialico
Durande il risalimento del magma si hanno precessi di differenziazione che ne modificano la composizione:i primi minerali che si formano sono quelli femici e di solito si staccano dalla massa fluida x decantazione(=i più densi cadono sul fondo, i meno densi galleggiano). Quindi quelli + densi vengono abbandonati e la massa fusa si spostacristallizzazione frazionata:da un magma primario femico si può passare ad un magma prevalentemente sialico. Inoltre il magma può entare in contatto con altri=assimilazione.
2)processo sedimentariorocce sedimentarie:sono le + diffuse allo starto superficiale. Si formano x l’accumulo di detriti di rocce preesistenti esposte alla superfice terrestre da agenti esogeni. Processo:
1)degradazione meteorica:alterazione e disgragazione delle rocce affioranti(fattori atmosferici, esseri viventi)
1-a)degadazione fisica:la degradazione produce frammenti della stessa composizione della roccia madre(sbalzi di temperatura)rocce detritiche
1-b)degadazione chimica:i minerali della roccia diventano altri minerali (acqua, biossido di carbonio, ossigeno)rocce di deposito chimico o rocce organogene
2)erosione:distruzione parziale o totale delle roccie affioranti e produce:
3-a)detriti:restano nel luogo di formazione (deposito residuale)
3-b)sostanze solubili:sono trasportate dalle acque superficiali
3-c)minerali di alterazione insolubile
4)trasporto:tramite l’aqua e grazie alla forza di gravità
5)sedimentazione:fase di accumulo dei detriti (ambienti sedimentari:terrestri, marini, ditransizione). I sedimenti sono di solito incoerenti.
6)diagenesi:insieme dei processi chimici e fisici che trasformano i sedimenti incoerenti in una roccia coerente. Ciò comporta cambiamenti nella struttura e nella composizione.
Le sostanza cementanti sono il calcio e la silice.
Calcari:le rocce composte prevalentemente da calcio
Struttura a strati:ogni strato corrisponde a un preciso evento sedimentario durante il quale le temperature si sono mantenute costanti.
Struttura compatta:rocce non stratificate, formate da sali che si formano x precipitazione o materiali accumulati da organismi biocostruttori.
Detritiche:formate da frammenti detti clasti. La classificazione si basa sulle dimensioni e la forma delle particelle + abbondanti:
incoerenti: coerenti:
ghiaie conglomerati 1)
sabbie arenarie 2)
silt siltiti 3)
argille argilliti 4)
1)ciottoli di grandi dimensioni.conglomerati=rocce arrotondate, brecce=rocce spigolose
2)granuli distinguibili ad occhio nudo
3)4)composti da silicati idrati d’alluminio (marme)
Rocce piroclatiche:prodotto della sedimentazione e della diagenesi di solidi eruttati dai vulcani.
Brecce vulcaniche:contengono blocchi grossolani (tufi, cineriti)
Deposito chimico:1)evaporiti:derivano dalla precipitazione di sali che avviene secondo una precisa sequenza che dipende dalla solubilità (i sali meno solubili precipitano prima) (salgemma, gesso, anidrite)
2)calcari inorganici:contengono carbonato di calcio x precipitazione chimica (travertino, stallatiti, stalagmiti) calcare oolitico:calcare che si deposita intornoa granuli di altra natura.
3)selce:roccia silicea compatta x precipitazione chimica di biossido di silice. È presente il quarzo in forma microcristallina (diaspro, opale,calcedonia, quarzo)
4)rocce residuali:si formano x l’accumulo nel luogo stesso di formazione di minerali scarsamente solubili che derivano dalla degardazione chimica di rocce (caolino,bauxite,lateriti)
Organogene:sono prodotte da esseri viventi, quasi sempre scheletri, gusci o resti vegetali che alla morte dell’organismo vengono depositati.visto che i principali componenti delle parti dure degli esseri viventi sono:carbonato di calcio, silice e fosfato di calcio:
1)rocce carbonatiche: a)calcari:si formano principalmente in ambiente acquatico e contengono sia resti organici sia carbonato di calcio di origine chimica. b)costituite x il 50%dal minerale dolomite che deriva dalla diagenesi dei calcari marini:processo di dolomitizzazione dei calcari(sostituizione degli ioni calcio con ioni magnesio)
2)rocce silicee:derivano dai resti di organismi marini che utilizzano la silice x la costruzione dei loro gusci e scheletri. (diatomee, radiolari) (diatomiti e radiolariti possono essere trasformatre in selci)
3)rocce fosfatiche derivano da scheletri di vertebrati o dall’accumulo di escrementi di animali marini. Contengono fosfato di calcio (carboni, idrocarburi)
3)processo metamorficorocce metamorfiche: si formano dopo intense variazioni di temperatura.
Le cause sono di natura endogena: le rocce si formano in profondità, nei punti geologicamente + attivi.
Processo:
1)metamorfismo di contatto:avviene quando una roccia è in contatto con il magma risalente. Il calore elevato cuoce le rocce cambiandone la composizione e il grado di cristallizzazione. Aureola di contatto:zona circostante al amgma nella quale i gas facilitano le trasformazioni chimiche e mineralogiche.
2)metamorfismo clastico: è dovuto all’azione della pressione elevata che frattura e piega masse rocciose.
3)metamorfismo regionale:si verifica x l’azione combinata di temperatura e calore, coinvolge ampie zone della crosta. Avviene quando le rocce vengono sepolte in profondità, oppure quandole masse rocciose sono coinvolte in fenomeni di deformazione della crosta terrestre. Possono formarsi nuovi minerali.
Il metamorfismo si verifica nell’intervallo di temperatura 200°-800° C e può raggiungere la pressione di 11 kbar x questo esistono diversi gradi di metamorfismo: 1)metamorfismo di basso grado=diagenesi, 2)metamorfismo di alto grado: porta alla fusione delle rocce circostanti=ultrametamorfismosi forma un migma:massa costituita da una parte fusa (sialica) e una solida. Dalla solidificazione diretta del migma di formano particolari rocce dette migmatiche.
Struttura:viene modificata dalla temperatura e dalla pressione
1)ricristallizzazione e aumento della grana, dato dall’accrescere delle temperatura. Tipico del metamorfismo di contatto (marmo)
2)lineazione e foliazione, dati dalla pressione in un’unica direzione. Scistosità:particolare forma di foliazione che determina la capacità della roccia di sfaldarsi facilmente in lastre (piani di scistosità) tipici del metamorfismo regionale.
3)frantumazione della roccia in granuli, tipica del metamorfismo clastico.
Facies metamorfica:comprende tutte le roccie che hanno subito un metamorfismo di pari grado. A ogni facies corrispondono dei minerali indice.
Classificazione:le rocce metamorfiche + diffuse derivano dal metamorfismo di argille e rocce magmatiche sialiche.
Argilloscisti:struttura debolmente scistosa, derivano dal metamorfismo basso delle argille (ardesie)
Filladi:scistose a grana fine. Contengono quarzo e miche. Derivano da un metamorfismobasso di argille rocce magmattiche sialiche.
Scisti:sfaldatura scistosa, derivano da un metamorfismo + intenso (micascisti).
Gneiss:struttura scistosa poce evidente e grossi cristalli che corrispondono a un grado+ alto di metamorfismo di rocce argillose o granitiche
Stisti blu: derivano dai basalti metamorfosati in elevata pressione e bassa temperatura
Eclogiti:derivano dai basalti metamorfosati in elevata pressione e tremperatura.
Marmi:si formano i seguito al metamorfismo di qualsiasi grado dei calcari.
Ciclo litogenetico:coinvolgono tutti i processi magmatico, sedimentario e metamorfico e quindi tutte le roccie della litosfera. Il magma che origina delle rocce provoca un processo di metamorfismo sulle rocce circostanti x il metamorfismo di contatto. Le rocce magmatiche arrivando in superfice posso subire un processo di sedimentazione. Il processo che termina con la diagenesi può seppellire le risultanti rocce sedimentarie e le rocce magmatiche, le quali possono essere coinvolte in un processo metamorfico. Se poi, in profondità, pressione e temperatura sono tali da provaocare il fenomeno dell’anatessi, si forma un nuovo magma.
La litosfera riceve materiale dalle zone profonde della terra e interagisce con gli involucri esterni.